venerdì 23 maggio 2008

L'eterna violenza in famiglia

Questo è il titolo con cui è stata pubblicata la lettera che i vicini di casa di Elisa Rattazzi (la donna uccisa domenica dal marito in Barriera di Milano) hanno inviato a «La Stampa» e alle donne del governo
”Gentili Ministre, ci rivolgiamo a voi perché siete donne e forse potrete comprendere il dramma che è successo a Torino domenica pomeriggio 18 maggio. Conoscevamo Elisa Beatrice Rattazzi, abbiamo vissuto vicino a lei ed al suo assassino per anni e i nostri figli sono cresciuti assieme. È stata uccisa ed è l'ennesima assurda vittima della violenza di genere, della guerra che quotidianamente si consuma all'interno delle mura domestiche. Elisa era una donna che aveva paura ed ha subito per anni violenze e soprusi, e con lei i suoi figli, senza che nessuno abbia saputo o voluto aiutarla. Per anni ha denunciato le violenze commesse dal marito:
sono rimaste tutte grida inascoltate strozzate nella gola. Al coraggio delle denunce, si risponde con qualche pacca sulle spalle.
L’Italia ha un parlamento che legifera su tutto, ma non esiste nessuna legge specifica, a differenza degli altri paesi europei e civili, sulla violenza di genere.
Quando sono chiamate ad intervenire le forze dell'ordine mostrano questo limite senza vergogna.
E sono solo un ulteriore e secco schiaffo morale per la donna: «su signora, sono solo battibecchi che succedono nelle migliori famiglie».
Cosa deve fare una donna per essere creduta? A cosa servono le denunce, i referti dell'ospedale? A cosa serve proporre di inasprire le pene, se poi una moglie che denuncia più volte suo marito non viene mai creduta? In questa sottocultura da italietta fascista i mariti sembrano intoccabili, devono fare i «mariti» e se qualche volta si arrabbiano avranno pure le loro ragioni. Credeteci anche se il delitto d'onore è stato cancellato dal codice penale, non lo è dalla testa degli italiani.
Il boomerang mediatico, cavalcando il dolore dei familiari, sembra che abbia già voglia di trovare giustificazioni: aveva lasciato il marito, si era portata via i figli, aveva addirittura un altro uomo...
Elisa è stata uccisa in mezzo alla strada, alla luce del giorno sotto gli occhi di tutti, da una mano assassina che la tormentava da anni.
Una esecuzione in piena regola. Un delitto bastardo, ma talmente comune da non fare quasi notizia. In questa storia non ci sono extracomunitari ubriachi o rom alla guida di fuoristrada rubati. È solo la storia di una normale famiglia tutta italiana e come dobbiamo rassegnarci a sapere quello che conta in Italia è sempre e solo la famiglia.
Questa ignoranza e questo perbenismo di facciata permettono che follie come questa accadano; mentre una stampa e un'opinione pubblica poco sensibile permettono che vengano letti e archiviati attraverso la griglia mafiosa del codice d'onore. Fino a quando dovremo attendere per vedere una legge specifica, una sezione di un tribunale, dei magistrati e degli uffici di polizia con competenze specifiche sulla violenza di genere? L'indifferenza pensa a fare il resto, in fondo vedere una donna nei panni vittima è normale perché nella nostra sudicia cultura la donna non si può difendere. Chi lo spiegherà ai suo figli di 7 e 4 anni?”
Volevo tagliarla, ma mi è sembrata talmente completa che ho preferito riportarla tutta, aggiungo solo che in Valle d’Aosta la sensibilità delle forze dell’ordine è, con il tempo e l’attività di sensibilizzazione del Centro donne contro la violenza, molto cambiata, ma senza leggi precise al riguardo anche loro molte volte sono “disarmati” di fronte alle violenze famigliari. Riflettiamoci ma soprattutto non stiamo in silenzio e di fronte ad episodi che reputiamo “problemi personali, di coppia”, quando sentiamo le urla di una donna nostra vicina di casa, muoviamoci, facciamo qualcosa, anche solo telefonare alle forze dell’ordine.

domenica 4 maggio 2008

PUBBLICITA' e le donne? Stanno a guardare?

Si fa un gran (poco) parlare di come vengono (mal)trattate le donne nella pubblicità, l'ultimo sussulto di indignazione c'è stato contro la pubblicità di D&G con la donna praticamente "violentata" dai fotomodelli. Sì, ma avete visto l'ultima pubblicità del detersivo così profumato che la casalinga in questione non riesce a staccare il naso dalle mutande del suo uomo? (fortunatamente senza lui dentro). Non bastano modelli inimitabili  (e terribili) di super donne manager, casalinghe e madri perfette che non trovano mai un congiunto disponibile a dare una mano. Avete visto che gli unici uomini che puliscono in televisione sono scapoli?
Ma vi ci trovate? Ci rappresentano? 
Se non solo non vi sentite rappresentate ma siete anche indignate da tali "rappresentazioni" del femminile, avete delle idee su cosa si potrebbe fare?