sabato 13 novembre 2010

E SE PARLASSIMO DEL "CLIENTE"?

Il Testo che segue sono le riflessioni a margine del convegno organizzato il 10 ottobre a Torino dall’Associazione Maschileplurale, leggete con attenzione, in un epoca in cui si parla di escort e di prostituzione, forse è arrivato il momento di parlare di clienti?

“Non è strano che per la donna che si prostituisce esistano molti “nomi” – prostituta, puttana, escort, mignotta, bagascia, troia, lucciola ecc. – per lo più infamanti, mentre per l’uomo che paga per comprare il suo corpo circola finora solo il neutro sostantivo “cliente”?
Pone con una certa veemenza questo interrogativo linguistico l’avvocata torinese Romana Viliani: come chiamiamo il “lui” della situazione? Sono stanca di sentire dire “clienti”. Cliente è chi compra un prodotto da un’azienda o in un supermercato, non “chi acquista carne umana: il corpo è un valore fondamentale della vita”.
Si vorrebbe insomma un nome eticamente più impegnativo. Ma la parola non viene. “Prostituente”, oppure “prostitutore”, azzarda Marco Deriu. Tra i presenti qualcuno dice :“Silvio!”, suscitando ilarità. C’è poco da ridere, però.
Lo scambio si svolge domenica 10 ottobre a Torino, nell’incontro organizzato sul tema prostituzione e tratta dall’associazione maschileplurale, con la partecipazione di associazioni che si occupano attivamente di combattere la schiavizzazione di chi si prostituisce, di tutelarne i diritti e la salute, di agire per sostenere chi da quella condizione vuole uscire.
Il confronto – molto intenso – con le associazioni è stato preceduto da una giornata di riflessione e di scambio tra una trentina di uomini di maschileplurale. Alle spalle anche un lavoro di discussione nei gruppi maschili di diverse città: Torino, Bari, Roma, Verona, Pinerolo, Napoli.
La questione linguistica sollevata individua probabilmente un salto simbolico che sta avvenendo nel senso comune. Il ricorso alla prostituzione non è più considerato “normale”. Il comportamento del “cliente” non è più accettato come una cosa lecita.
……………………….Gli spunti di riflessione sono stati molteplici e dovranno essere meglio documentati e ripresi. Anche perché la “due giorni” torinese è stato un inizio. Un lavoro dovrà seguire.
Di Alberto Leiss dal sito www.donnealtri.it