venerdì 23 aprile 2010

RICONOSCERE I MILLE VOLTI DELLA VIOLENZA





La prima campagna pubblicitaria che vuole aiutare le donne a non scambiare la violenza per amore e a reagire prima che sia troppo tardi. Una campagna che può essere adottata da chiunque. E i primi sono i due giornali diretti da una donna: l’Unità e Il Secolo d’Italia.

Questa campagna contro la violenza sulle donne è diversa da tutte le altre. Perché è un regalo che vogliamo passi di mano in mano.
Ma è diversa anche perché non troverete né occhi pesti, né occhi bassi. Non vogliamo mostrare altre donne nel ruolo di vittime. Non vogliamo che le più giovani tra noi a quel ruolo si sentano ancora inchiodate e condannate.
Ha l’ambizione di essere la prima campagna preventiva sul tema della violenza.
Vuole ricordare soprattutto alle giovani donne
che possono agire invece di subire, e che agire è una scelta di libertà. La libertà di escludere fin dall’inizio un uomo violento dalla propria vita, imparando a non scambiare la violenza per amore.
E’ nata da un’idea di Anna Paola Concia, parlamentare PD, da anni impegnata nella battaglia sui diritti delle donne e delle minoranze sessuali, di Alessandra Bocchetti, teorica del pensiero della differenza, e di Eliana Frosali, copywriter dell’agenzia di pubblicità Saatchi&Saatchi a Roma.
Si tratta di sette manifesti, ognuno con un consiglio per evitare la violenza.Le protagoniste sono sette ragazze normali, né veline né stereotipi: si tratta di allieve dell’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma, che hanno anche curato lo scatto delle foto.
L’idea visiva è un grande rettangolo nero che nasconde il viso dell’uomo, su cui campeggia il claim: La violenza ha mille volti. Impara a riconoscerli.
Il volto coperto dell’uomo, oltre a relegarlo nell’anonimato, fa sì che siano le donne ad essere protagoniste della campagna, perchè protagoniste delle proprie vite, chiamate ad agire per mettere fine alla violenza che subiscono. Il tema è infatti il cambiamento, attraverso la capacità delle donne di guardare più lucidamente chi si ha accanto e di reagire alla violenza maschile.
Mentre il sorriso della ragazza, oltre a contrapporsi esplicitamente alla vittimizzazione caratteristica di quasi tutte le campagne su questo tema, allude alla “liberazione dalla violenza”, ma può suggerire l’idea che anche donne “normali” e sorridenti, in realtà vivono storie drammatiche.
I messaggi sono semplici e immediati: Un violento non merita il tuo amore. Merita una denuncia - Gli schiaffi sono schiaffi. Scambiarli per amore ti può far molto male - Se il tuo sogno d’amore finisce a botte, svegliati. E quello forse più incisivo: Non sposare un uomo violento. I bambini imparano in fretta.
Un’altra novità è che si tratta di una campagna creative commons, che può essere adottata e scaricata gratuitamente da internet, nello spirito di condivisione che anima oggi la rete e le iniziative no profit. “Tutte e tutti, privati cittadini, fondazioni, circoli culturali, aziende, amministrazioni locali, istituzioni, emittenti televisive sono invitati a farla circolare – chiarisce Paola Concia- sia attraverso i canali tradizionali, sia attraverso siti, blog, pagine facebook e ogni altro strumento che possa supportare una campagna fotografica”.
Per informazioni e adesioni: e-mail: info@riconoscilaviolenza.it
oppure il sito www.riconoscilaviolenza.it